Trattamenti ortodontici adolescenti

L’adolescenza è l’età compresa tra gli 11 e i 18 anni, periodo in cui avvengono notevoli cambiamenti nello sviluppo corporeo, includendo anche quelli a carico dei mascellari e della dentatura. Si passa dalla dentatura mista alla dentatura definitiva e si completa la crescita dei mascellari con relative modificazioni anche nell’estetica del viso.

Diventa fondamentale in questa fase sottoporre l’adolescente ad una visita ortodontica. Se vengono rilevate delle problematiche, viene formulata una diagnosi e successivamente un piano di trattamento per finalizzare in maniera ottimale sia l’occlusione che l’estetica facciale.

Trattiamo:

Lo Studio dispone di una rete informatizzata, nelle zone cliniche e negli spazi amministrativi. Ogni computer presente nello studio, permette una visione immediata di tutta la documentazione clinica e radiologica, compresa la tecnologia radiologica digitale in 3D.

L’agenesia rappresenta l’assenza congenita di uno o più elementi dentali, e i denti più frequentemente interessati sono gli incisivi laterali superiori e i secondi premolari. Le ripercussioni possono essere sia a livello estetico che funzionale con spostamenti dentali nella zona edentula.

Fattori scheletrici e dentali presi in considerazione dallo specialista diventano fondamentali nella scelta terapeutica di mantenere o aprire lo spazio del dente mancante in arcata o nella sua chiusura.

Il concetto di scelta è quello di estrazioni o non estrazioni dell’ortodonzia.

E’ una condizione frequente nella quale gli elementi dentali si sovrappongono nella bocca del paziente (denti storti).

La conseguenza è una maggiore propensione alla carie, al deposito di placca batterica e tartaro, alla malattia parodontale, oltre che creare problemi estetici e funzionali.

Si presenta per una discrepanza tra dimensione dei denti (spazio necessario) e dimensione delle arcate (spazio disponibile), condizione che obbliga ad una analisi dello spazio in arcata e se la discrepanza non è compatibile con l’allineamento dentale obbliga alla scelta terapeutica estrattiva.

Si tratta di uno scompenso scheletrico spesso tridimensionale dovuto a discrepanze di dimensione e/o posizione delle basi ossee per una deviazione dal normale processo di sviluppo come risultato di una complessa interazione tra molteplici fattori genetici ed ambientali.

L‘influenza ereditaria (familiarità) è particolarmente rilevante per le problematiche mandibolari e per la verticalità.

Nell’eccesso mandibolare la crescita mandibolare è maggiore rispetto al normale, si accentua durante il picco puberale e continua dopo il picco più a lungo del normale (oltre i 20 anni).

Diventa importante stabilire quando il caso è trattabile, l’impegno è più nelle scelte ed obiettivi che nella terapia per evitare trattamenti ortodontici/ortopedici spesso lunghi che portano a compromessi non accettabili o a fallimenti terapeutici, oltre che creare compensi dentali che complicano l’ortodonzia prechirurgica.

Talora la mal occlusione di III classe si manifesta palesemente come caso con soluzione chirurgica da attuarsi a fine crescita. In questo caso in attesa del momento opportuno per la soluzione definitiva ortodontico chirurgica bisogna evitare che si creino compensi dentali naturali, specie a livello incisivo, alla discrepanza scheletrica (bite mascellare e arco linguale mandibolare).

Il canino nel contesto della bocca presenta una rilevanza estetica e funzionale importante.

Erompe in arcata nell’80% dei casi verso i 12 anni, ma talora non erompe rimanendo o ritenuto (radice non completamente formata con potenziale eruttivo) o incluso (radice completamente formata senza potenziale eruttivo) in una posizione o vestibolare o palatale.

Dopo attenta valutazione e programmazione il canino, se possibile, deve essere riportato in arcata con un recupero ortodontico chirurgico che deve garantire integrità estetica, parodontale e funzionale.

Il suo recupero deve però essere contestualizzato nel caso in trattamento ortodontico con finalizzazione ideale o limitata, obiettivo limitato solo al recupero del canino incluso.

È caratterizzata da una aumento della distanza tra gli incisivi superiori e inferiori (overjet aumentato) o per displasia delle basi ossee apicali, o per movimento in avanti dell’arcata dentale superiore, o per una combinazione di fattori dentali e scheletrici.

Le classi II non sono entità omogenee e devono essere valutate sagittalmente, verticalmente, e trasversalmente.

Quasi sempre è presente un problema mandibolare (forma, dimensione, posizione) che deve essere ben valutato in quanto indirizza la scelta terapeutica e il risultato.

Data la molteplicità degli aspetti si utilizzano vari protocolli di trattamento e poiché vi è sovrapposizione di effetti sulle varie componenti, in letteratura si trovano risultati discordanti sui vari trattamenti usati.

Se le condizioni morfologiche e la crescita lo permettono, con il trattamento, si può ottenere un risultato ottimale (vedi caso precedente) altrimenti si può attuare un trattamento limitato per ridurre la sporgenza o l’affollamento incisivo al fine di ridurre il rischio di fratture traumatiche a livello incisivo.

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